Primo Maggio 2020: Lettera del Segretario del Lazio Riccardo Barbati

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Roma 01/05/2020

[…] Desideriamo però ancora di più, il nostro sogno vola più alto. Non parliamo solamente di assicurare a tutti il cibo, o un «decoroso sostentamento», ma che possano avere «prosperità nei suoi molteplici aspetti» Questo implica educazione, accesso all’assistenza sanitaria, e specialmente lavoro, perché nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. Il giusto salario permette l’accesso adeguato agli altri beni che sono destinati all’uso comune.

Papa Francesco 

 

Primo maggio 2020: Diritto al lavoro. Centralità della persona

 

Che questo Primo maggio in sintonia con l’ambiente naturale, rimetta al “centro della piazza” l’essere umano e in un’ottica di sviluppo sostenibile la dignità del lavoratore.

Che questo Primo maggio sia all’altezza del compito che ci aspetta per ridare forza e stabilità al lavoro

Che questo Primo maggio esiga riflessioni al passo con i tempi. 

Nulla sarà più come prima, e l’emergenza dei nostri giorni è solo la spia di un problema più profondo che implica aspetti di insostenibilità tipici dei nostri tempi. Per questo, mai come oggi, dunque, i principi fondamentali del diritto al lavoro e della centralità della persona su cui fonda la Costituzione della nostra Repubblica, diventano una sorta di viatico per superare anche questa difficile fase e auspicabilmente il cemento per costruire un futuro ancor più solido per il nostro Paese.

Il lavoro è e rimane una delle esperienze umane più importanti nella vita di ogni individuo dal momento che coinvolge in un legame strettissimo sia la sfera privata sia quella pubblica. Il lavoro esprime il nostro impegno, il nostro sforzo, la nostra capacità di collaborare, il nostro carattere e dunque non è un atto solitario fine a sé stesso e per questo non deve mai diventare un fattore di inconciliabilità col vivere quotidiano.

Esenti per storia e per natura da facili suggestioni demagogiche e per questo senza tema di smentita, possiamo oggi affermare che negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato così tanto da stravolgere modelli etici e stili comportamentali. Alcuni Manager accantonato il principio del bene collettivo, in nome della massimizzazione del profitto hanno plasmato un’idea di individuo ridotto a puro strumento di produzione e guadagno. Con questo “credo” le regole a cui attenersi diventano discriminanti e perfino vessatorie, i tempi dei contratti sempre più brevi e sempre più rivedibili al ribasso fino a far diventare l’esperienza lavorativa precaria e inappagante.

Lavoro e persona sono un binomio imprescindibile! Seguendo un criterio di giustizia sociale le imprese “dovrebbero”, creando il lavoro, rispondere in modo adeguato ad uno specifico dovere di solidarietà, antidoto ad ogni deriva tecnocratica.

Certo per avviare una grande modernizzazione e revisione dell’intero modus operandi aziendale e industriale Italiano, oggi come non mai, occorre uno sforzo straordinario del governo, delle parti sociali e della politica tutta. Per sostenere l’impiego bisogna riorganizzare il lavoro, i suoi ambiti, i suoi orari. Si devono riordinare o costruire nuove infrastrutture che permettano ai cittadini di non dover scegliere tra occupazione e famiglia. Ci si deve obbligare a una maggior tutela dell’ambiente e del territorio, a scommettere sulla scuola, sulla ricerca, e sulla sanità. Dobbiamo ricominciare a investire nel pubblico per garantire liquidità alle imprese. Soprattutto bisogna riconsiderare l’ordine dei valori a cui la nostrana politica fa riferimento e se ai primi posti tornerà il rispetto per l’habitat, l’istruzione, la medicina, l’onestà e la solidarietà … l’Italia anche tornerà ad essere la culla dell’Umanesimo e i suoi figli con lei.

 

 

Allora, solo allora, a nostro modesto parere, il lavoro con la sua originalità e produttività organizzata tornerebbe ad essere libero, creativo, partecipativo, solidale via primaria di una crescita armonica, vera fonte di ricchezza per tutti i cittadini e per l’intera comunità. Quel sogno che vola più in alto!!!

Per quello che riguarda noi più da vicino, ci piace ricordare oggi, Primo maggio 2020, che attraverso un’azione sindacale di responsabilità e di consapevolezza da 70 anni la Cisl ha assicurato alla classe lavoratrice Italiana, conquiste sociali effettive e durevoli sempre fondate sul valore di ogni singola persona e del suo lavoro.

Siamo figli di una storia sempre in crescita, noi che abbiamo fatto della conoscenza e del rispetto dell’altro, chiunque esso sia! – il nostro credo e il nostro metodo, anche oggi orgogliosamente, come SLP Cisl, ci batteremo per governare il cambiamento sociale ed epocale che ormai è alle porte anche della nostra Azienda.

E in questa realtà, di fronte a questa ennesima nuova sfida, riconosceremo, valorizzeremo e tuteleremo ancora di più, le peculiarità di ogni lavoratore e di ogni lavoratrice di Poste Italiane.

Per questo già nel nostro recente vissuto, alle prime avvisaglie dei rischi lavorativi correlati all’epidemia, analizzate eventualità e circostanze con casistiche più o meno prevedibili, subito come SLP Cisl ci siamo adoperati per tenere alto il livello di guardia dell’Azienda, incalzandola.

Inutile fare proclami oggi, inutile scoccare dardi e lanciare strali contro “questo” o “quello” inconcludente, colpevole responsabile aziendale che poteva fare di più e di meglio e non lo ha arbitrariamente o involontariamente fatto.

Certo è, che la Fase 2 e quelle successive, ci troveranno con le lampade accese e i fianchi cinti, desti e ben preparati a tutelare il diritto, la salute, la dignità di tutti i lavoratori e le lavoratrici del gruppo poste. Sicuri che ci confronteremo con la stessa Azienda che ieri 30/04/2020 ha condiviso con noi l’accordo sull'”accesso al fondo di solidarietà”, dimostrando capacità, visione del futuro ma soprattutto di valorizzare il Capitale Umano della Nostra Azienda.

 

Buon primo maggio

dal Cuore

                                                                                                                                         Riccardo Barbati

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           


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